25 Agosto 2001
Gli piace stare in acqua con me a chiacchierare,
ma il costume non se lo vuol bagnare,
quindi (l’acqua) se la fa arrivare a meno 5 sotto
mentr’io a testa fuori galleggio come un balenotto.
Per guardarla in viso sono costretto ad alzare gli occhi al celo,
poi a lungo andare mi stanco e li rimetto in parallelo,
trovandomi a parlare “faccia a faccia”, a meno di un metro:
a volte a pochi centimetri: anche se arretro.
Lei capisce la situazione venutasi a creare
e mi tiene con la testa per non farmi avvicinare,
ma a volte un’onda intrigante e sporcacciona la precede,
ed io mi ritrovo con la testa immerso nella “sua” sede.
Io capisco il suo imbarazzo e mi scuso mentre lei arrossisce.
Lei capisce il mio e dice: “Non è niente” mentre tossisce…
e continuiamo a chiacchierare come se nulla fosse successo:
Le teste si sono scusate, ma chi si scusa con “Lei” ed Esso?”
Difatti, la situazione man mano si fa sempre più tragica:
non riesco più a contenermi e avanzo imperterrito
verso l’ambita postazione. Anche lei vorrebbe andare alla carica,
ma si trattiene e si contorce come un uccello ferito.
Anziché di parole, i nostri discorsi ora, sono fatti di mugolii
incomprensibili. Ci guardiamo con gli occhi fuori dalle orbite,
e come un condannato che la pena alla tortura espii,
vedevo la “libertà” a…portata di naso, ma prima che come dinamite
mi scoppiassero, ebbi un attimo di lucidità: “rinsavii”
e un istante prima che si andasse in Tilt, la lasciai e fuggii.
Non era successo niente, ma provai un misto di gioia e…spasmi
che lo rammento come uno fra i più belli…orgasmi.
mercoledì 2 luglio 2008
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