18 Giugno 2002
Acque salmastre e pure;
m’immergo senza remore e paure,
in te, e pur se a corto di respiro
cerco nel profondo la sirena
che un dì, con la sua cantilena,
m’inebriò appena m’ebbe a tiro.
Non usai, come Ulisse marchingegni,
e andai subito a fondo e presi impegni.
Ma il suo mestiere era quello di attrarre,
e attrasse uno più giovane di me; e nella bagarre
che ne seguì, contrasse con costui matrimonio…
Cercai d’impedirglielo vendendo l’anima al demonio,
ma non mi riuscì l’intento, e rimasi con negli orecchi
quel canto, che mi dette un attimo di gioia e duoli parecchi.
Son anni che la cerco fra le acque torbide o turchine,
fra anfratti sottomarini e barriere coralline!
Ora son io che per attirarla un lamentoso canto emetto:
“ma il mio canto su di lei non sortisce effetto.”
venerdì 7 maggio 2010
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