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giovedì 26 gennaio 2012

Costa Crociera... la delusione.


                                              La delusione della Costa Concordia.

14 Gennaio 2012

Sdraiata su di un fianco in condizioni disperate,
quasi morente, mostravi le tue parti intime piagate.
Cose che mostravi di rado, solo all’equipaggio,
e solo nell’intimità del bacino di carenaggio.

Bella e tranquilla navigavi nei pressi dell’isola del Giglio,
quando sei cozzata con uno scoglio, che come una trancia
ti ha squarciato più di sessanta metri di pancia.
Al timone c’era il tuo capitano... quello che come un coniglio

è scappato, prima di mettere in salvo i passeggeri,
che è uno dei primi compiti, oltre che doveri,
per chi vuole prendere il brevetto di capitano,
e che poi dopotutto “aiutare” è insito nel genere umano.

Quello che tu, anche nei mari in tempesta,
eri contenta e sicura quando lui era in plancia,
e che ora ti ha ridotto come una nave di cartapesta,
e ancora non credi: nonostante l’hai visto su una lancia

mettersi in salvo. Talmente ch’eri invaghita credevi d’essere incinta
del “Grinta”, e quando t’hanno aperto uno squarcio sotto la pancia, eri convinta
che ti stessero facendo un cesareo per farti partorire navi piccole e medie,
e invece altra delusione: dallo squarcio sono usciti fuori solo tavoli e sedie...

Non ascoltare chi scrive! Scusami mio capitano se ti ho profondamente delusa.
Tu eri convinto, e lo dicevi ai quattro venti al suon di cornamusa:
“Su questa nave non c’è pericolo di sorta,“siete sulla regina dei mari”
e quindi, in ogni condizione non c’è rischio per voi e per i vostri cari!

Oh voi che v’accanite contro di lui, e gli date addosso senza risparmi,
provate a mettervi, dopo l’impatto, nei panni del mio comandante.
Come faceva a prevedere che mi sarei girata sul fianco dopo qualche istante,
facendolo cadere fuori bordo? Lui non è un fellone e non ha smesso d’amarmi!

lunedì 24 gennaio 2011

Quante donne ho amato senza che loro lo sapessero.

18 Giugno 2009



Quante donne ho amato … senza che loro lo sapessero!
Quante mi guardavano … ma non capivo cosa volessero!
Ora che ho capito quasi tutto delle donne e della vita,
 mi manca l’unica cosa importante della vita: la vita!

Sì sono vivo, respiro ancora, ma solo aria e non sospiri!
Ho il cuore che batte … sì, ma solo per non fare carachiri.
Ho ancora il cervello che a intervalli ricordare non disdegna
e solo con quei ricordi riesco a vivere una vita quasi degna.

Vorrei tornare indietro e riprovare ma non posso.
La vita è una strada senza sbocco e senza un cartello
che ti avvisa del fine corsa, e ti ritrovi in un fosso,

da dove, anche se alpinista-speleologo non riesci a risalire.
Quello che si doveva fare, si doveva fare prima di morire:
anche se si è lanciati nella vita impreparati e senza appello!

lunedì 10 maggio 2010

La vedo passare tutte le mattine

24 Giugno 2008


La vedo passare tutte le mattine
portare a spasso un corpo formidabile,
con sulle labbra un sorriso indecifrabile
per poi infilarsi in un sito di confine

dove si entra solo con la scheda magnetica.
Nascondo la mia timidezza dietro l’etica
e mi dico ch’è amorale infastidire per strada
una ragazza, senza prima sapere se le aggrada…

Passano i giorni i mesi e le stagioni
e il suo sorriso è sempre più enigmatico,
mentre l’approccio ancor più problematico.
Un dì che pioveva a dirotto e i goccioloni

t’inzuppavano come un pulcino ch’esce dall’uovo,
non vedendola transitare per via alla solita ora,
mi son guardato in giro e alla vista m’affiora:
s’era riparata sotto la tenda d’un negozio nuovo.

M’avvicino e dico: posso osare? mentre l’ombrello spiego.
E lei, mentre il viso cambia di colore... grazie… la prego.
Giunti al sito dico: “Posso aspettarla anche domani… se piove?”
Si, grazie. Ciao. Corro: Ho fatto tardi… sono già le nove!

L’indomani già di mattino c’era un sol leone…
ed io l’aspettavo con l’ombrello aperto giù al portone.
Lei mi ha guardato, ed io: “Non piove stamattina!”
E lei: “fa niente… venga e finga di ripararmi dalla brina.”

Il cuore mi batteva come un martello pneumatico
e nel breve tragitto mi chiedevo se osare o non osare
a dirle: “t’amo.” Lei ha aperto il suo sorriso “pragmatico”
e lì per lì, su due piedi mi ha detto: “Mi vuoi sposare?”

Se prima non trovavo le parole, ora ero muto
davanti a quel parlare arguto concreto e risoluto.
Poi ho fatto uno sforzo d’eloquio e ho detto “Si!”
E lei: “Se sei d’accordo… allora ci sposiamo giovedì!”

- Sembra una favola d’altri tempi e non una storia vera:
Tu che mi seguivi con lo sguardo come un girasole
ed io che mi facevo un pieno di te bastante una giornata intera,
ma la timidezza ad entrambi ci smorzava in gola le parole.

Tu non prendevi l’iniziativa ed io, ora ripensandoci mi duole,
parlando, temevo d’essere scambiata per quelle donne civettuole…
Quanti anni per timidezza abbiamo sprecato a farci la corte?
- Non sprecati: anni di desideri da cui è derivato un amore forte!

Mi dirai il tuo nome… prima di sposarci… se puoi?
- Ma certo! Eccoti accontentato: mi chiamo Andrea e tu?
- Io sono Vittorio… ma sei maschio o femmina tu?
- Tu come mi vedi? Io sarò sempre come tu mi vuoi!

venerdì 7 maggio 2010

Il primo bacio.

6 Settembre 2004


Tremule al primo bacio
son le bocche, come un ratto
svezzato che s’appressa al cacio
col timore che sia in agguato il gatto.

Le labbra timide e confuse,
tenute per timor ben chiuse,
si sfiorano appena… schive,
per timor di scambio di salive.

Le lingue che si urtano sono cose repellenti,
ma dal secondo bacio in poi si prende gusto
e ciò che sembrava repellente diventano serpenti,

dando al bacio d’amore il verso giusto.
Se ne danno tanti nella vita, ma poche volte
senti suonar le campanelle al momento giusto!

Il mio canto non sortisce effetto.

18 Giugno 2002


Acque salmastre e pure;
m’immergo senza remore e paure,
in te, e pur se a corto di respiro
cerco nel profondo la sirena
che un dì, con la sua cantilena,
m’inebriò appena m’ebbe a tiro.

Non usai, come Ulisse marchingegni,
e andai subito a fondo e presi impegni.
Ma il suo mestiere era quello di attrarre,
e attrasse uno più giovane di me; e nella bagarre

che ne seguì, contrasse con costui matrimonio…
Cercai d’impedirglielo vendendo l’anima al demonio,
ma non mi riuscì l’intento, e rimasi con negli orecchi
quel canto, che mi dette un attimo di gioia e duoli parecchi.

Son anni che la cerco fra le acque torbide o turchine,
fra anfratti sottomarini e barriere coralline!
Ora son io che per attirarla un lamentoso canto emetto:
“ma il mio canto su di lei non sortisce effetto.”

lunedì 26 aprile 2010

Ah! Che disgrazia l'estate!

21 Agosto 2001


Ci sono mesi dedicati a madonne e santi
ed altri dedicati alla nascita e morte di Gesù.
Poi di mietitura e vendemmia e altri più stravaganti,
che sono quelli estivi che vanno da giugno in su.

Agosto per esempio è il mese per antonomasia
dove è permesso esibire quello che si mostrava
solo in viaggio di nozze a colui che si portava
sull’alcova e si dava sfogo alla repressa fantasia.

Finita l’estate arriva “finalmente” l’ora di tirar le somme
e ritornare alla realtà di donne con pantaloni e gonne,
perché dopo mesi a stare fra tanga, slippini e reggipetti,

ed aver assistito a seni e culi che s’esibivano in balletti,
non riesco più a vedere le donne che in linea retta.
Ah! che disgrazia l’estate… e come passa in fretta!

venerdì 18 dicembre 2009

Eluana Englaro

9 Febbraio 2009 ore 20,10 (la morte)


Eluana Englaro, tu non lo saprai mai
ma sei stata per diverse settimane sulla Rai
e nei giornali la donna più celebrata del mondo
e si è parlato di te e della tua sciagura a tutto tondo.

Si sono impadroniti della tua vita emeriti imbecilli
che si sentivano in dovere, senza aver nessun potere,
di decidere se tu dovessi morire o restare a giacere
come una larva. Il Papa, Berlusconi e il suo guardasigilli

sono stati i più emeriti e tiravano da un lato,
mentre la corte costituzionale e il capo dello stato
tiravano dall’altro lato. Ognuno cercava cavilli
nei ragionamenti degli altri, ma cadevano come birilli

le loro argomentazioni. Ognuno girava la torta,
a suo piacimento, senza trovare l’alternativa
fra la vita e la morte, ma alla fine hai vinto tu… e sei morta:
ma tu non te ne sei accorta perché non sapevi d’essere viva!

Ti hanno spogliata dei panni, come fecero con Gesù
e ti hanno crocifissa e relegata nel letto di un centro
e senza cuore condannata a consumare lì la tua gioventù…
poi non contenti di questo, hanno voluto guardarti di dentro

facendoti l’autopsia e capire il perché eri morta.
Per fortuna che tu di questo non te ne sei accorta,
perché “per fortuna” tu già da tempo non c’eri!
Non so se prima eri credente Eluana, ma se lo eri,


ora dovresti essere a cospetto del tuo Dio,
il quale vive nel regno del: “Qui comando io”!
e si arroga il potere senza conoscerti di esaminarti
per poi decidere col solo suo voto, dove mandarti.

Tu chiedigli perché: Lui, suo figlio o chi gli pareva,
non si son fatti mai vivi in diciassette anni di calvario!
Chiedigli del perché non ti ha salvata… ma come poteva,
se non è stato capace di salvare neppure suo figlio dal calvario?

Quando la morte venne a dissetarsi alla tua fontana
avevi vent’anni, ora ne hai trentasette Eluana,
di cui diciassette a dormire… e subire le angherie
di tutti quelli che hanno speculato ed emesso… teorie.

Mi dispiace Eluana di non avere la risorsa
che avevano quei principi che svegliavano dalla morte
le principesse. Se lo avessi avuto sarei venuto di corsa,
a baciarti e come nelle favole come regina introdurti a corte.

Però c’è ancora la possibilità che ti facciano Santa, se Benedetto,
il papa tedesco, vuole essere coerente con quello che ha detto.
Visto che secondo lui sei una martire “disumanamente ammazzata”,
ti spetta di diritto d’essere santificata e agli onori degli altari alzata!

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La mia foto
Pozzuoli, Napoli, Italy
Maschio, ultra maggiorenne