V. Anniversario attentato alle Gemelle

11 Settembre 2001
11 Settembre 2006

Io penso che nessuno di quella portata:
e forse neppure chi l’ha progettata,
potesse immaginare una strage reale
più grande di una catastrofe naturale!

Arrivò dal cielo l’araba fenice
andando a fare il nido in una torre,
e mentre ognuno per salvarsi corre,
ne arrivò un’altra e la stessa cicatrice

provocò nei piani alti dell’altra gemella…
mettendo a fuoco questa come quella.
“Le torri incendiate, verso il cielo protese,
sembravano fiaccole di giganti accese.”

Fra fiamme e fumo spirava il vento
contando i morti... "tremila e cento":
ma di morti veri neppure uno, “solo dispersi,”
morti soltanto nell’anima di chi li ha persi…

I terroristi, tanti, salire, scuri in volto per ansia e carnagione,
con in tasca il solo biglietto di “martire della fede”
spinti su quell’aereo da un Dio che nessuno vede,
per andare a sfracellarsi in un paese d’altra religione

facendo morire con loro, migliaia di persone ignare,
che non facevano altro male che viaggiare e lavorare.
Il nostro Dio è “qui” esposto sull’altare d’oro a sbalzi,
il vostro è “Allah”, sepolto sotto file di tappeti e piedi scalzi,

in una Moschea impregnata dal puzzo di migliaia di piedi.
Pregate, vivete e morite nel fanatismo e l’ignoranza assoluta,
e non capite che: “Per noi, è più probabile incontrar lo Yeti,
che incontrare Gesù e Maometto che si fanno una bevuta?”

Aprite gli occhi! I nostri Dii sono finti: come pure i vostri!
Sono quelli che v’inculcano certe idee che sono mostri!
Guardatevi in giro e vedete un po’ loro la vita che fanno;
il loro conto in banca, e quante macchine nei garage hanno!

Nella valle dei giganti si son spente le candele ed il cancan,
mentre si sono accese altre migliaia in Iraq e Afganistan,
davanti a migliaia di tombe dell’iracheno e del talebano:
morti per ritorsione allo sfregio portato sul suolo americano!