Cerco un sarto che mi sappia rivoltare

30 Settembre 2002

Cerco un sarto che mi sappia rivoltare,
e da un vecchio frac usato, da buttare,
tirar fuori una marsina fior di conio…
e come se avessi stretto un patto col demonio,

ritornare nei prati dell’età novella
e andare a caccia di giovani donzelle;
riempirmi il carniere di quel ben di Dio,
e mandare alla malora il frac liso e lo sciupio.

Deve saper fare un cuci e scuci eccezionale;
essere un artista del celare il vecchiume alla visuale,
e far emergere da me, solo il nuovo fiammante,
facendomi apparire, ogni volta, dell’età bastante.

Ma, come la Titina, questo sarto sopraffino,
lo cerco da decenni e non lo trovo.
Chissà chi me lo cela, e a quale scopo
gl’importa se ridivento bambino?

Se nessuno accorrerà al canto della sirena,
ricorrerò all’Olimpo, alle cure di Efesto,
e come con Zeus, gli fece partorire Atena
dalla testa, così mi liberi del bambin congesto.

Per rinascere, ho tentato come l’Araba fenice,
col fuoco... “mi si è bruciata la testa e la cervice.”
Mi son rivolto, per l’esperienza, al Cristo in croce,
ma si ricorda solo della sofferenza atroce,

e non del Cristo risorto: “la seconda parte.”
Ma intanto io così non posso stare,
dovrò per forza inventarmi un’arte
che mi faccia la situazione sopportare!

L’arte che insegnano alla scuola del Dio dei danari,
dove tengono cattedra i professori miliardari:
“Cacciar la moglie vecchia ad ogni cambio di stagione,
e portarne una nuova di zecca alla magione.”

E’ da quando avevo quarant’anni che ho le doglie
e soffro: “specie se non posso levarmi certe voglie;”
ma invano ho cercato in atenei ed ospedali,
un chirurgo specializzato nei cesarei anali!

Ne ho parlato col dottore della mutua pure,
e il responso è stato chiaro: “Questi parti cerebrali
son difficili da sgravare, e non ci son cure
che possano far uscire dalla testa questi mali!”

Che delusione! Sentirsi in grado, ma non poter volare;
avere le ali tarpate e volare solo con la fantasia,
e ad occhi aperti fare sogni straordinari. Per amare
“te”, è l'unico modo che mi resta: “Dopo c'è l'eutanasia!”