Le tue labbra erano un portento
mentre ora non sanno di niente;
e similmente la tua fornace ardente
è come il faro di Messina spento.
Il navigar m’era dolce in quelle acque:
ora solo se v’immergo un dito affogo.
Brrr che freddo, dove l’amore nacque,
e dove prima s’accendeva un rogo!
Quand’è ch’è sorto questo spartiacque?
Non ricordo ci sia stata mai vera rottura.
Forse son quelle piccole cose addirittura,
che natura si porta appresso da che uno nacque.
Forse si doveva parlare quando si tacque,
oppur tacere quando si volle parlare.
Ora siamo due persone satolle e stracque
che chiudono il libro prima d’iniziare.
Siam due legni bagnati di rugiada
a cui una scintilla non basta a dare fuoco;
Siamo due bestie affamate a cui manca la biada;
Siamo due, sorpresi in strada durante il coprifuoco.
Chissà se si potrà mai porre rimedio
a questa situazione che imbarazza.
Mai mettere la mano sul fuoco:“Dal gran tedio
potrebbe saltar fuori lei quand’era ragazza.
”- E tu? - Io? - Certo anch’io avrò le mie colpe:
mica caccio acqua santa dall’ombelico!
Però è più lei che in casa mi prepara un golpe:
seppur metto la mano sul fuoco che non ha un amico.
giovedì 13 novembre 2008
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