9 Ottobre 1963
La diga del Vajont: “alta e sicura”
alle 22,45, ora italiana, oggi è caduta.
L'acqua, libera dalle cementate briglie
si è imbizzarrita giù per la montagna
ed ha travolto ogni cosa come biglie.
Dove prima c'era un paese, ora c'è fango;
dove prima c'era vita, ora c'è morte;
dove prima c'era gioia, ora c'è pianto.
Duemila e più sono i morti recuperati,
dal fango, che indurendosi è divenuto creta,
e mille e più sono i dispersi ricercati:
(che forse per bara avranno in eterno quella creta.)
La zona è desolata, non c'è più un filo d'erba,
non c'è più una gallina che razzola nell’aia:
“Tutto sommerso dalla natura vendicativa e superba!”
Neanche il cinguettio d’un passero or non si sente più:
“Forse loro che d’ali son dotati si saran salvati,
ma nel fango non c’è niente da mandar giù!”
L'Italia intera è in lutto. La televisione zittisce;
I cinema e i teatri, hanno fatto la serrata.
La radio dà solo numeri ed il dolor acuisce.
Ognuno si commuove a veder queste rovine,
ma domani o qualche giorno ancora di moine,
avran dimenticato quel ch’è successo or ora!
La diga del Vajont: “alta e sicura”
alle 22,45, ora italiana, oggi è caduta.
sabato 27 dicembre 2008
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